Il Consiglio Pastorale Parrocchiale ha un duplice significato: da una parte esso è l’immagine della fraternità e della comunione “nella” e “per” la Comunità; dall’altra esso è lo strumento della riflessione e della comune decisione pastorale, dove il ministero della presidenza, proprio del Parroco, e la corresponsabilità di tutti i fedeli, devono trovare la loro sintesi. Il primo motivo della ragion d’essere del Consiglio Pastorale Parrocchiale è il nuovo modo di pensare la Parrocchia. Fino a non molto tempo fa, infatti, il Consiglio Pastorale era visto come una struttura che “organizzava servizi pastorali” per tutti i fedeli. Questo modo di pensare la parrocchia è stato superato molto tempo fa dalla dottrina del Concilio Vaticano II, che ha definito la parrocchia come comunità formata dai laici con il loro pastore. È una comunità nella quale, per volontà del Signore, la corresponsabilità si esprime anche nel momento decisionale, nel senso che tutti cercano ciò che è bene per la comunità stessa. La parrocchia, infatti, è chiamata ad essere una vera comunità in cui tutti assumono un ruolo poiché lo Spirito Santo parla e agisce a tutti e attraverso tutti. Inoltre, il Consiglio Pastorale Parrocchiale, è composto da tutti coloro che rappresentano l’intera comunità. Volendo precisare meglio i compiti del Consiglio Pastorale Parrocchiale, possiamo dire che il primo compito è quello di attuare una continua riflessione sulla vita religiosa della parrocchia e sulla società circostante. Ciascuno, con la propria diversa sensibilità, è chiamato ad osservare quel che più lo colpisce, quel che per lui è più importante per la Comunità. Questo momento di ascolto e di dialogo è di primaria importanza per crescere insieme, per formare comunità. Da questo ascolto nasce il secondo compito: l’attenzione alla crescita della fede e della carità nella parrocchia e l’azione missionaria verso le “periferie” con una particolare attenzione all’impegno di promozione umana verso tutti.